E’ divertente rendermi conto che ora, alla fine, mi trovo nella stessa maniera in cui mi trovavo all’inizio. Non sono rimasta così per 10 mesi – o forse si? -, ma è come mi sento un’altra volta. Senza capire niente. Se gli ansiosi contatori di facebook non si sbagliano, mancano soltanto 12 giorni. Ammazza! Sono passati 288. E mi sento così, senza capire niente. Fra 12 giorni torno alla mia realtà, famiglia, amici, città, lingua. Paese. E se dico che non mi va? Mia madre si arrabia e chiede “e noi?”? Le mie amiche mi chiamano antipatica? Non capiscono? E’, no. Devo farmi la valigia, preparare dei fogli per la scuola, comprare dei regali, salutare a tutti. Ma se non mi rendo conto della realtà, come faccio?
E’ engraçado perceber que agora, no final, me encontro da mesma maneira na qual me encontrava no começo. Nao fiquei assim por 10 meses – ou talvez sim? -, mas é como me sinto outra vez. Sem entender nada. Se os ansiosos do facebook nao se enganam, faltam sò 12 dias. Caramba! Se passaram 288. E me sinto assim, sem entender nada. Em 12 dias volto para a minha realidade, familia, amigos, cidade, lingua. Paìs. E se eu falo que eu nao quero? Minha mae fica brava e me pergunta “e nòs?”? As minhas amigas me chamam de chata? Nao entendem? E’, nao. Tenho que fazer minha mala, preparar os papeis para a escola, comprar presentes, me despedir de todos. Mas se nao caio na realidade, como faço?
“Un arrivederci può diventare un addio, come un addio può diventare un arrivederci. Non c’è niente scritto, tu devi scegliere e fare la diferenza.” (A. J.)